mercoledì 8 giugno 2011

GEFFREY MUSEUM


Una piccola chicca, per lo più sconosciuta e fuori dalle guide turistiche. In effetti non si trova in centro ma nella periferia est anche se comodamente raggiungibile con la Overground fermata Hoxton.
Si tratta di un Museo che racconta per immagini e mobili  l’arredamento inglese dal 1600 ai giorni nostri, in particolar modo  la sala come ambiente di condivisione con i membri della famiglia.
In origine questo edificio altro non era che la casa dello stesso Geffrey e che ha deciso di trasformarla in quella che è stata la prima casa di riposo per la “middle class” di Londra.
1630: la casa era situata spesso al primo piano. C’era la servitù. Pasto frugale
1695: cena alle 8 pm regolare, con zuppa e pane caldo. Già si iniziava ad invitare gli amici per il caffè. La casa era su un unico lato e la sala aveva tre finestre.
1745: nel tardo pomeriggio la coppia coniugale si radunava per il tea con rigorosamente tazze bianche. Tra donne già si parlava di gossip. Bere il caffè si era trasferito nei club o circoli e tra soli uomini.
1790: cominciavano ad apparire sulle pareti delle decorazioni  con colori delicati in particolar modo floreali. Alla sera le famiglia si radunavano. Alle 5 pm in punto cena, anche se spesso si preferiva il tea e una partita a carte. A quell’ora spesso le mogli tornavano dai mercati (Carnaby o Soho market).
1830: specchi e quadri in casa. A metà pomeriggio le donne si riunivano nella “dining room”  per leggere, scrivere o suonare uno strumento.  Iniziavano a comparire piccoli suppellettili utilizzati per le convenienze. Abbinamento tra i colori delle pareti con  i tessuti dei mobili.
1870: decorazioni alle pareti con colori tenui. La sala era il luogo principale della casa, cominciava a diventare un po’ troppo “busy” da mobili e suppellettili. La sala si doveva affacciare solo sul giardino.

Ma la storia continua e questo piccolo ma interessante museo è la prova che la vita non le fanno l’insieme delle persone ma anche gli oggetti, immobili per natura, che spesso condizionano il nostro vivere quotidiano.

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